Bondage estremo


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Concludiamo la nostra panoramica del mondo del bondage con una carrellata sulle pratiche piu insolite - o perche realmente estreme, o perche richiedono materiali di difficile reperibilita anche nei negozi specializzati.

 

Nastri e fasce

Nonostante un'evidente vocazione naturale, fasce e nastri adesivi sono utilizzati solo raramente come strumenti da bondage. Il problema non sta nell'efficacia ne nella resa estetica, che permette anzi effetti piuttosto affascinanti, quanto nella difficolta di trovare il materiale adatto.

Per poterli usare in questo contesto infatti la colla deve essere leggerissima in modo da evitare depilazioni indesiderate o addirittura di danneggiare gli strati superficiali della pelle, mentre invece i tipi piu diffusi sono nastri da imballaggio che fanno proprio della loro tenacia una delle caratteristiche principali.

Alcuni appassionati statunitensi raccontano meraviglie del gaffa tape, un nastro di tessuto colorato leggermente adesivo meglio noto da noi come 'nastro di scena', di cui pero esistono anche versioni pressoche inamovibili che neanche a farlo apposta sono proprio quelle importate piu spesso in Italia, oltre tutto a caro prezzo.

Una variante meno rischiosa e rappresentata dalle fasce in vinile. Si tratta di nastri di Pvc sottile e resistente, larghi 5-8 cm e lunghi solitamente una ventina di metri, disponibili in diversi colori. La superficie non e trattata con alcun adesivo, ma le caratteristiche del materiale sono tali da farlo attaccare a se stesso permettendo di realizzare sia spettacolari legature, sia veri e propri abiti fetish che ricordano per aspetto e tattilita quelli di latex. Per qualche strano scherzo del destino nel nostro paese queste fasce si possono reperire molto piu facilmente del nastro di scena - per lo meno se si abita in una citta con un sex shop molto ben fornito. Anche in questo caso i prezzi sono molto piu alti di quanto sarebbe lecito aspettarsi, ma ci si puo consolare col fatto che con un po' di pazienza e possibile riavvolgere e riutilizzare la fascia molte volte prima che perda l'adesivita. A quel punto, lavarla con acqua e sapone rimuove la pellicola d'unto che si accumula sulla superficie e la fa tornare come nuova.

Il tipo piu comune di bondage "fasciante" sfrutta infine un materiale forse meno glamour ma decisamente piu diffuso e a buon mercato. Prima di continuare a leggere fate un bel respiro e concentratevi per non scoppiare a ridere: mi sto riferendo alla pellicola per alimenti.

Il buon vecchio Domopak, a pensarci bene, ha tutte le carte in regola per entrare a far parte della categoria dei materiali fetish. E lucido, avvolgente, caldo, resistente - oltre naturalmente a esser disponibile in grandi quantita nella maggior parte delle cucine. Non a caso la pellicola per alimenti ha parecchi estimatori, che la usano sia per legare in maniera fasciante che come accessorio fetish - suppongo che tutto stia nel riuscire a superare l'immagine mentale della schiava infilata in frigo tra le verdure e gli avanzi dell'arrosto. Ma, ironia a parte, questo materiale viene usato soprattutto in una forma di bondage veramente estrema, di cui ci occupiamo subito.

La mummificazione

La mummificazione consiste, com'e facilmente intuibile, nell'avvolgere strettamente l'intero corpo del sub impedendone il benche minimo movimento. E una pratica che si avvicina e sovrappone in parte alla deprivazione sensoriale, ma il cui fascino consiste per lo piu nella sensazione di "imbozzolamento" unica che deriva dalla pressione leggera ma uniforme su tutto il corpo dello strumento prescelto.

E, parlando di strumenti, si puo scegliere fra diverse possibilita. Una di cui abbiamo gia accennato nel capitolo precedente e rappresentata dalle body bag, sorta di sacchi a pelo in pelle o cuoio concepiti appositamente per immobilizzare il corpo all'interno. Cio avviene grazie a una serie di cinghie e lacci esterni, cui a volte si sommano altre cinghie all'interno del sacco che bloccano ulteriormente braccia e gambe. Quando viene chiusa completamente, il sub e compresso ovunque dal materiale della body bag. Nei modelli con cappuccio l'unico contatto con l'esterno avviene tramite una retina in corrispondenza della bocca - o nei casi piu estremi da due piccoli fori per consentire la respirazione dal naso.

Una variante un po' piu soft e costituita dai sacchi da bondage, in cui il soggetto viene infilato in modo che spunti solo la testa. Ce ne sono molti modelli: dritti o sagomati per accogliere meglio il corpo, e naturalmente in diversi colori e materiali. I piu interessanti sono probabilmente quelli elasticizzati in lycra, che prendono la forma del partner fasciandolo piuttosto morbidamente.

Per i feticisti della gomma ne esistono persino varianti gonfiabili, costituite da due sacchi l'uno dentro l'altro: una pompa riempie d'aria l'intercapedine fra i due facendo aderire perfettamente quello piu interno al corpo del sub. Gli appassionati obiettano pero che tutti questi strumenti non servono per la "vera" mummificazione, che per definizione deve avvolgere anche la testa e non tralasciare nemmeno un centimetro del corpo. Ecco dove entra in gioco la pellicola per alimenti di cui parlavamo prima: vista la difficolta di procurarsi decine di metri di fasce in tessuto o garza (che oltre tutto farebbero un brutto "effetto-ospedale") questa viene utilizzata per mummificare rapidamente e con la massima efficienza il sottomesso. In alternativa si puo usare la versione piu spessa per imballaggi, venduta in rotoli piu lunghi e larghi noti anche come saran.

La procedura ideale consiste nell'avvolgere prima singolarmente gli arti, il tronco e la testa, poi creare un secondo strato di pellicola che funga da bozzolo esterno. In questo modo non solo il corpo viene completamente immobilizzato, ma chi viene mummificato perde ogni sensazione tattile diversa dal contatto con la plastica, in una esperienza davvero totalizzante. In alcuni casi su questi primi strati vengono aggiunti ulteriori sacchi, giri di nastro adesivo o altro, la cui funzione e tuttavia puramente decorativa.

La mummificazione e una forma di bondage molto piu intensa di quanto sembri a prima vista e richiede pertanto la massima prudenza e consapevolezza delle proprie azioni. Bisogna infatti considerare che, anche senza stringere le fasce, la pressione del bozzolo su tutta la superficie corporea riduce notevolmente ogni forma di espansione. Non solo quella toracica, necessaria alla respirazione, ma anche quella impercettibile del resto del corpo, che e tuttavia parte integrante del processo circolatorio.

Allo stesso tempo, la presenza della pellicola sulla pelle impedisce il normale scambio termico con l'esterno. In altre parole: chi viene mummificato soffre un caldo bestiale, che continua ad aumentare per tutto il tempo dell'imbozzolamento e puo condurre a un collasso. Per prevenirlo sono sufficienti due accorgimenti: eseguire il bondage in una stanza molto fresca e mantenerlo per non piu di un quarto d'ora. Al momento di disfarlo bisogna procedere con calma (per ridurre lo "shock da rientro" del sub) ma senza indecisioni: prendendo la solita cesoia Emt e tagliando in un colpo solo tutti gli strati di avvolgimento.

A titolo di completezza voglio specificare anche l'ovvio: fate attenzione che il naso sia sempre libero, aprendo una generosa apertura in corrispondenza delle narici non appena passate il primo giro di pellicola sulla testa. Un corollario molto interessante puo essere il liberare anche qualche altra zona strategica del corpo del sub - come i capezzoli o i genitali - che risulteranno cosi particolarmente sensibili alle vostre attenzioni.

Le frontiere del bondage

Arrivati a questo punto sarebbe legittimo pensare di avere esaurito ogni possibile variante di immobilizzazione, ma alla fantasia umana non c'e limite. Una minima parte degli appassionati di bondage e infatti interessata a esplorare le frontiere estreme della costrizione.

Sottovuoto

Lo strumento di bondage piu originale che abbia mai visto si chiama vacuum bed, che si traduce in italiano con 'letto ad aspirazione'. Si tratta di una sorta di gigantesca tasca formata da due teli di lattice grandi quanto un lenzuolo singolo, saldati fra loro su tre lati. All'interno si trova una cornice di tubi di plastica che mantiene tesa la tasca, e il lato non saldato puo essere chiuso da una grossa cerniera lampo. Gia infilarsi fra queste strane lenzuola sarebbe un'esperienza curiosa, ma c'e di piu. Dalla struttura spuntano infatti due tubi: uno piu stretto sul lato superiore, e uno largo sul lato, che all'interno penetra nella struttura tubolare.

Il funzionamento e alquanto bizzarro. Innanzitutto il sub viene infilato fra i due strati di lattice e si dispone in modo da tenere il tubo superiore fra i denti, a mo' di boccaglio. A questo punto si richiude la tasca con la zip e il tubo piu largo viene collegato al manicotto di una pompa aspirante a bassa rumorosita (o un aspirapolvere, per chi non e in vena di investimenti). Si accende la pompa, e… voila!

Nell'arco di pochi secondi l'aria fra i due fogli di gomma viene risucchiata attraverso una serie di fori praticati nei tubi portanti, facendoli aderire tenacemente al corpo di chi si trova in mezzo. Il principio non e diverso da certi sistemi per lo stoccaggio di materassi e cuscini, e l'effetto finale ricorda molto da vicino Harrison Ford ne L'impero colpisce ancora, quando il mercenario spaziale Han Solo viene inglobato in un blocco di carbonite. Poiche pero qui non siamo in un film, chi viene impacchettato fara bene a tenere la bocca socchiusa onde evitare che l'improvvisa decompressione possa ledergli i timpani. Questa forma di bondage sottovuoto impedisce qualsiasi movimento e ha un certo fascino artistico, dato che il risultato assomiglia a una sorta di quadro-scultura con tanto di cornice.

Presso i fornitori specializzati si trovano diversi modelli di letto ad aspirazione: alcuni richiedono che la pompa sia mantenuta costantemente in funzione, mentre altri sono dotati di una valvola che permette di separare la parte aspirante e gustarsi il risultato in reverenziale silenzio. In ogni caso valgono tutte le osservazioni di sicurezza relative alla mummificazione, per cui il sub deve essere liberato dopo pochi minuti a meno di volerlo cuocere nel suo stesso calore corporeo. Il che non ha impedito a qualche scriteriato di escogitare qualcosa di ancora piu estremo.

 

Inclusione

Peggio di ritrovarsi mummificati o impacchettati sottovuoto c'e solo rimanere incastrati in una colata di cemento… e infatti c'e qualcuno che ha esplorato anche questa forma di bondage, chiamata 'inclusione'.

Chiariamo le cose: cito questa variante estrema solo per completezza, ma non si tratta affatto di qualcosa di comune. In effetti sospetto che i cultori dell'inclusione siano poche decine in tutto il mondo, e che per motivi eminentemente pratici anche loro non vi indulgano troppo spesso. Inoltre sara meglio specificare che quella sul cemento era solo una battuta, anche se la realta e altrettanto incredibile.

Il principio dell'inclusione e inglobare senza possibilita di scampo il corpo del sub in un blocco di materiale solido, che costituisce per definizione la costrizione piu estrema possibile. Poiche bisogna fare i conti con la realta e i limiti di resistenza del corpo umano, sono state concepite diverse approssimazioni di questo ideale, che nonostante tutto richiedono parecchi sforzi per essere messe in pratica.

La piu semplice e rappresentata dalla… sabbiatura. Si trova un contenitore - per esempio una vasca da bagno, una botte o una fossa scavata nel terreno - vi si infila il soggetto e si ricopre il tutto di sabbia, lasciando a spuntare solo un tubo attraverso cui respirare con la bocca.

Per ricoprire un corpo umano servono parecchie decine di chili di sabbia, il cui peso grava ovviamente su muscoli, ossa e organi interni. Per questo motivo il materiale viene versato lentamente sul sub in posizione sdraiata, in modo da evitare accumuli verticali troppo alti, che schiaccerebbero la cavia. Nonostante questo i tempi di permanenza sotto la sabbia non possono essere troppo prolungati: oltre ai soliti problemi di ossigenazione bisogna infatti considerare che la sabbia si assesta attorno alla cassa toracica quando si espira, riducendo a poco a poco lo spazio in cui espanderla per inspirare.

Tralasciando una serie di fantasiose varianti che sembrano la pubblicita dell'omicidio colposo, la forma di inclusione piu efficace e relativamente sicura di cui sono a conoscenza comporta la realizzazione di un "guscio" su misura in fibra di vetro o materiale plastico, creato dall'impronta del corpo del soggetto nella posizione richiesta. La procedura e troppo complessa da spiegare in questa sede, e se avete i materiali per metterla in pratica sapete sicuramente gia come procedere.

Il guscio viene diviso in due o piu sezioni, che all'esterno vengono modellate come meglio si crede. Si aggiunge poi qualche foro di aerazione, e quando si e soddisfatti del risultato si "inscatola" il partner all'interno della struttura riassemblata. Se viene garantito un buon ricambio d'aria l'inclusione puo durare per diverse ore: tutto cio che si vede dall'esterno e una scultura, potenzialmente insospettabile.

Bondage mentale

Se come e probabile ritenete queste ultime varianti un po' eccessive e complicate, c'e ancora una forma di bondage che potreste trovare interessante e che per quanto indubbiamente "estrema" si basa su una logica diametralmente opposta a quella seguita finora.

L'espressione bondage mentale, nella sua imprecisione, raccoglie tutte le forme di immobilizzazione che si affidano al coinvolgimento e all'impegno dei partner piu che a qualsiasi strumento di costrizione. La raffinata idea su cui si fonda e che tutti sono capaci di stare fermi se vengono legati come salami, mentre e di gran lunga piu difficile farlo se a trattenerti e solo la volonta di non muoversi.

Provate allora a sostituire alle cinghie delle lunghe strisce di carta, e alle corde il filo da cucito piu sottile e fragile che riusciate a trovare. Passatene solo un giro attorno ai polsi e al corpo messo nella posizione che preferite, e limitatevi a sussurrare: «Guai a te se li strappi». Dopodiche date libero sfogo alla fantasia.

 

Nelle parole di… Elmerald

Elmerald e uno dei nomi piu noti del bondage al femminile in Italia, anche per via di un outing imprevisto che l'ha vista passare spesso sul Blob di Rai3 all'opera con le sue corde e di cui non si pente affatto. Serena e professionalissima, ha fatto della sua passione una seconda attivita.

L'arte della scuola dolce

Bondage. Corde che disegnano il corpo, che accarezzano l'anima. Momenti in cui il piacere estetico si mischia con quello fisico della costrizione, con quello mentale della fiducia donata all'altro. Legare o farsi legare. Un rito in cui ogni gesto, ogni nodo e un avvicinarsi a se stessi e all'altro. Forse per questo amo il bondage giapponese. Un'arte in cui il pennello sono le corde e i corpi la tela, che al posto della creta usa i corpi per plasmare immagini, in cui il piacere di chi e legato si fonde col piacere di chi lega. Un piacere che non necessariamente si esprime sessualmente anche se emotivamente ha spesso lo stesso effetto di un orgasmo.

Mi sono avvicinata al bondage per caso, incuriosita dalla dimostrazione di un maestro, durante una festa a tema, tentata dalla situazione esibizionistica. Ne sono rimasta colpita, scossa dentro. Mi piaceva ma mancava qualcosa, c'era qualcosa di troppo. Ho dovuto provare con un altro Maestro per comprendere. Le corde facevano parte di me, ma non unite ad altre pratiche Bdsm.

Due scuole, due sensazioni diverse, ognuna forte e piacevole. Come sono due le principali scuole di bondage nel mondo. Quella giapponese, rivolta piu all'estetica e alla rappresentazione della fantasia erotica, curata a volte fino all'estremo nella posizione dei nodi, che spesso vengono usati per comprimere i punti energetici chakra e produrre sensazioni simili a quelle dei massaggi shiatsu, e nei disegni formati dalle corde. Quella occidentale/americana in cui si tende a legami molto funzionali che servono soprattutto a bloccare e rendere impossibile al partner evitare qualsiasi successivo gioco che viene desiderato da chi lega, sempre nel rispetto del piacere reciproco, in cui i disegni delle corde non sono spesso curati ma sollecitano maggiormente le fantasie di rapimenti.

Ho scelto la mia strada, quella del bondage giapponese, e mentre assaporavo queste sensazioni ho lentamente abbandonato ogni altra pratica, perdendomi in quel mondo particolare in cui l'essere legata ti porta. Ho iniziato a riscoprire me stessa, le sensazioni che attraverso le corde mi mandava il mio corpo, lentamente antiche fantasie sono tornate alla luce e mi sono resa conto che il bondage faceva parte di me sin dall'infanzia ma che in un momento della mia vita l'avevo sepolto nel piu profondo della mia mente. Ho iniziato ad assaporare il piacere di sentire tra le mani le corde, la sensazione del cotone, della canapa, e del vedere nascere tra le mie mani i nodi. Ho seguito la strada di chi mi stava iniziando a questo mondo e ho cominciato a legare, prima in modo impacciato, poi sempre piu decisa. Il piacere delle corde sul mio corpo si e trasformato nel piacere di vedere le mie corde avvolgere il corpo dell'altro, le figure iniziare a formarsi, prendere una loro vita che lentamente si allontanava da quella che mi veniva insegnata. Il mio modo di far danzare le mani e le corde sul corpo dell'altro. Il mio modo di interpretare ogni nodo. Perche il piacere del bondage non e solo il riprodurre le tecniche base ma l'adattarle, il trasformarle nelle proprie tecniche con le proprie varianti. Il piacere di vedere un corpo legato nasce molto prima a volte di incontrare l'altra persona. Nasce nei momenti passati a osservare immagini di legature, a studiarle cercando di capirne il segreto, a immaginare come adattarle al proprio sentire le corde.

Il piacere di passare del tempo a discutere con altri amanti del bondage, a confrontare tecniche, a scambiarsi pareri. Poi ecco li la donna che trasforma le nostre immagini mentali in realta, su cui le nostre corde iniziano a danzare e a quel punto non esiste piu nulla. Si puo essere nella sala piu affollata ma esiste solo lei e le corde, suoni, luci, tutto si allontana. Mi perdo in cio che sto facendo, solo l'istinto rimane all'erta, riaccendendo la mia attenzione a ogni presenza che cerca di entrare in quella sfera che si e formata intorno a noi. Allora il mio istinto protettivo prende il sopravvento, qualsiasi intruso viene respinto fermamente, perche finche e legata dalle mie corde io ne sono l'unica responsabile e solo il possibile compagno puo vantare in quei momenti qualche diritto.

Parlo al femminile perche penso che un corpo di donna riesca a dare esteticamente molte piu sensazioni nel guardarlo, sebbene leghi anche uomini. Sono pero due modi diversi di disegnare il corpo: sugli uomini il bondage e molto piu costrittivo, non vi sono curve da seguire ed esaltare, le immagini di uomini legati danno piu l'idea di energia frenata, bloccata.

Con gli uomini si rientra piu nel riprodurre situazioni di role playing - il rapimento, l'arresto - e le tecniche tendono a essere piu occidentali, tecniche di immobilizzazione piu che a carattere estetico, oppure legami complessi, in cui il gioco delle corde viene esaltato da posizioni difficili anche se mai dolorose, perche il dolore non fa parte del mio modo di vivere il bondage, come non ne fa parte la troppa serieta, al di fuori di quella necessaria alla sicurezza di chi gioca con me.

Amo l'allegria, e anche nel bondage amo che sia piacevole e divertente sia per me che per la mia partner.





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