Kinbaku: il bondage giapponese


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Fra gli stili alternativi di bondage il kinbaku giapponese, impropriamente noto anche come shibari, e sicuramente il piu diffuso. Si tratta di una vera e propria "arte ritrovata": il kinbaku deriva infatti dall'hojojitsu, un'arte marziale del XVI secolo usata sui campi di battaglia per imprigionare piu rapidamente ed efficacemente possibile i nemici catturati. Una sua branca, chiamata hobaku-jitsu, riguardava l'applicazione di legature ben definite a scopo di tortura o umiliazione dei prigionieri. A seconda della casta sociale della vittima, dei crimini di cui si era macchiata e persino delle stagioni cambiavano i percorsi delle corde e il loro colore, secondo un codice ben preciso.

Pare che l'idea di usare l'hobaku-jitsu in ambito erotico sia nata nella fortezza di Matsumoto verso la fine del periodo Edo (1603-1867), ma che sia stata anche subito dimenticata. Quando pero la Seconda Guerra Mondiale fece incontrare l'Impero con la Germania i giapponesi scoprirono l'estetica del sadomasochismo europeo, che trovo immediatamente moltissimi appassionati. In un singolare incontro di culture erotiche questi vi integrarono l'antica disciplina delle corde, "ammorbidendola" nell'attuale shibari.

La grande diffusione di questa pratica dipende tuttavia quasi interamente dall'opera di Eikichi Osada, un cultore dei legami che nel 1965, gia quarantacinquenne affermato, decise di abbandonare la propria carriera per organizzare spettacoli di shibari. Osada divenne subito un nome di grande richiamo, capace di riempire qualsiasi teatro con i suoi show in cui volontarie del pubblico venivano spogliate e legate sul palco. Il nawashi sensei ('maestro di legami') ha tenuto l'ultimo spettacolo una sera del 2001, sorretto da quattro collaboratori a causa dell'infarto che lo aveva colpito nel mattino. I suoi funerali, pochi mesi dopo, sono stati un evento nazionale.

I principi del kinbaku

Benche i meccanismi psicologici alla base del bondage giapponese siano chiaramente gli stessi gia visti nel capitolo precedente, il kinbaku segue dei principi differenti dalla logica delle immobilizzazioni "all'occidentale". In generale questa pratica va considerata una forma d'arte altamente ritualizzata, alla stregua di attivita a volte difficili da comprendere quali la disposizione dei fiori dell'ikebana o le ghiaie rastrellate dei giardini di pietra.

 

Lentezza

I samurai che praticavano l'hobaku-jitsu sul campo di battaglia seguivano la regola per cui una legatura doveva essere completata entro dieci secondi al massimo. Nel nostro caso invece vale il contrario: come accade nel bondage occidentale lo scopo reale non e bloccare il partner, ma vivere insieme l'esperienza dell'immobilizzazione assaporandone ogni gesto.

Nel kinbaku questo aspetto diviene ancora piu importante, anche perche le legature che vengono eseguite sono estremamente complesse e richiedono a volte la collaborazione attiva del sub. Viene pertanto dato tutto il tempo di sentire ogni corda scorrere sulla pelle, ogni nodo stringersi con calma inesorabile. Fra gli appassionati non e insolito che un solo bondage possa richiedere ore, suddivise in varie fasi in cui, fra un legame e l'altro, il soggetto viene stimolato in altri modi sia fisicamente che psicologicamente.

 

Stratificazione

La differenza forse piu evidente con il bondage occidentale e nel concetto di sovrapposizione tipico del kinbaku. Anziche usare una sola lunga legatura si preferisce riunire in un'unica "opera" vari strati separati, che si distinguono per i materiali usati e lo stile dei nodi impiegati. Gli elementi vengono poi sovrapposti e intersecati per formare una figura finale con un particolare valore sia estetico, sia di stimolo sul partner.

 

Asimmetria

Come in tutte le arti giapponesi anche nel kinbaku la precisione assoluta e da evitare: il risultato sarebbe notevole, ma privo di anima e calore umano. Nella pratica questo si traduce nel realizzare figure leggermente asimmetriche, soprattutto nel risultato finale, dove e abbastanza comune vedere per esempio una dorei ('sottomessa alle corde', 'schiava') appesa per una sola caviglia, con l'altra gamba a penzoloni a mezz'aria. Cio non significa tuttavia che le corde debbano fare solo strani passaggi sghembi. Come vedremo nelle prossime pagine, alcune figure-base del bondage giapponese sono interamente basate su una simmetria perfetta e l'unica "imperfezione" puo essere rappresentata da un nodo non allineato al millimetro.

Segni

Gli esperti giapponesi sostengono che fra gli aspetti piu intriganti del kinbaku spicchino le impronte lasciate dalle corde sulla pelle del soggetto e che le legature migliori siano quelle che lasciano i segni piu duraturi. Questa filosofia e legata a un altro concetto poco occidentale, ossia che anche in un contesto erotico le corde debbano provocare inequivocabilmente dolore.

Considerata la complessita delle legature in stile orientale e il caso di sottolineare come unire nello shibari segni, dolore, piacere e sicurezza sia un'impresa piuttosto delicata, riservata solamente ai piu esperti. Nei primi approcci con quest'arte e probabilmente meglio concentrarsi sulle tecniche vere e proprie, imparando innanzitutto dove e come far passare le corde. A stringere c'e sempre tempo.

 

Il mito dello shiatsu

Quando si parla del Misterioso Oriente si tende sempre a fare un po' di confusione e a mitizzare una cultura poco conosciuta. Nel caso del kinbaku uno degli equivoci piu frequenti e che sia legato allo shiatsu, che e una disciplina terapeutica derivante a sua volta dall'agopuntura.

Sia l'agopuntura sia lo shiatsu si basano sulla stimolazione di punti precisi del corpo umano - chiamati tsubo - che si ritiene fungano da "valvole" nel flusso del ki, o 'energia vitale'. Nel primo caso si usano sottilissimi aghi, e nel secondo una forte pressione delle dita. E scientificamente assodato che la teoria su cui si basano queste terapie sia campata per aria, ma esiste comunque una certa corrispondenza fra determinati tsubo e alcune articolazioni e nervi principali, cosi che certe manipolazioni risultano effettivamente benefiche.

La tesi propugnata da alcuni "esperti" e semplice: poiche i nodi dello shibari premono su certi tsubo, il bondage giapponese avrebbe una funzione terapeutica nella cura di innumerevoli malattie. Si tratta di un'ottima scusa per legare un'amica poco convinta, pero sfortunatamente non corrisponde a realta. La sensazione di benessere che si prova quando si viene legati deriva dagli stessi meccanismi psicologici che abbiamo visto nel bondage occidentale, nonche dal piacere di tornare a muoversi dopo ore di posizioni insolite.

Per farmi perdonare di avere infranto un mito posso pero rivelare un piccolo segreto del vero shiatsu: pare che premendo con forza per un paio di minuti il punto codificato come Vc4 - quattro dita sotto l'ombelico - si stimoli la libido del soggetto…

 

Le tecniche di base

A differenza del bondage occidentale, dove la fantasia fa da padrona, nel kinbaku le tecniche di legatura sono strettamente codificate. Tuttavia bisogna essere realistici e riconoscere che difficilmente vorremo studiare per davvero tutte le sfumature delle 150 (sul serio!) "scuole tradizionali" ideate dalle altrettante famiglie guerriere e le loro varianti moderne. Allo stesso modo dubito che vogliate imparare adesso i complicati e spesso lunghissimi nomi di ogni costrizione. In queste pagine mi limitero allora a presentare una versione semplificata delle figure fondamentali del kinbaku, rimandando gli interessati alle fonti di approfondimento elencate sul mio sito.

Prima di cominciare e pero obbligatoria una parentesi sulle corde da usare. Nel bondage giapponese si dovrebbero impiegare solo quelle di materiali naturali, come canapa e juta. Queste ultime sono molto piu confortevoli di quanto si possa pensare, anche se la ruvidezza dei legami e un aspetto caratteristico del kinbaku.

Tradizionalmente le corde impiegate sono lunghe 4 e 7 braccia, che grossomodo corrispondono rispettivamente a 7,5 e 13 m, ma nulla vieta per comodita di procurarsi tagli piu lunghi. I perfezionisti usano anche la kaginawa, ossia una corda di circa 10 m alla cui estremita e fissato un gancio, usato soprattutto per sospendere (in giapponese: tsuri) il soggetto a lavoro completato. Ovviamente questo contrasta con quanto abbiamo gia detto sulle sospensioni, per cui lascio trarre a voi le conclusioni.

Shinju - 'Le perle'

Una precisazione: i nomi delle figure che vedremo non fanno assolutamente parte della tradizione del kinbaku e sono stati inventati di sana pianta da un divulgatore statunitense nei primi anni Novanta del secolo scorso. Se li utilizzo qui e solo perche sono ormai entrati a far parte dell'uso comune. Le perle in questione sono comunque i seni, che vengono stretti e sollevati dalle corde che passano orizzontalmente attorno la cassa toracica. Rispetto al giogo visto nella sezione dedicata al bondage occidentale la differenza di fondo consiste infatti nella presenza di un passaggio sullo sterno che stringe fra loro i giri di corda sopra e sotto i seni, in modo da strizzare questi ultimi. Vi sono anche alcune differenze nei nodi impiegati. Ecco come procedere:

shinju1

• Prendete una corda di 10-12 m e raddoppiatela. Mettetevi alle spalle del sub e, tenendo l'occhiello formato dalla piegatura un paio di centimetri a lato della spina dorsale, passate la corda orizzontalmente sul davanti, appena al di sotto del seno. Riportate poi i capi accoppiati verso di voi e passateli nell'occhiello, tirando quindi in direzione opposta per stringere senza esagerare. L'anello che avete creato deve avvolgere solo il torace, e non le braccia.

• Proseguite ad avvolgere nuovamente attorno alle costole in direzione opposta, sempre al di sotto del seno e senza sovrapporre le corde. Quando ritornate sulla schiena infilate i capi appaiati nel secondo occhiello che si e venuto a creare, dopodiche invertite nuovamente la direzione.

 
shinju2

• Fate un nuovo giro attorno al torace, ma questa volta al di sopra del seno. Tornati sulla schiena passate entrambi i capi sotto il passaggio superiore e sopra la spalla sul lato opposto a quello da cui siete venuti.

 
shinju3

• Portatevi davanti al soggetto e accompagnate i capi appaiati verso il basso, passando fra i seni e sotto tutti i passaggi orizzontali. Tenete con una mano le corde appena al di sotto del giro orizzontale piu basso, e con l'altra fate girare i capi attorno alle vostre dita in modo da lasciare lo spazio per un occhiello. Poi riportate le estremita verso l'alto, sempre restando al centro e infilandole sotto tutti i passaggi orizzontali.

 
shinju4

• Fate cadere i capi attraverso l'occhiello formato nel passaggio precedente, quindi tirate per stringere fra loro le corde orizzontali, strizzando cosi i seni fra di esse.

 
shinju5

• Passando nuovamente sotto ai giri orizzontali continuate verso l'alto e sopra la spalla ancora libera, poi scendete sulla schiena infilando le corde sotto tutte le altre. Girate quindi dal basso verso l'alto attorno a tutti i passaggi orizzontali, poi all'esterno del primo elemento verticale creato, sotto entrambi i passaggi verticali e quindi verso il basso, rimanendo all'esterno di tutti i giri orizzontali.

 
shinju6-7
shinju8

• Infilate i capi sotto e attraverso il primissimo occhiello creato, poi separateli e passateli sotto i rispettivi passaggi verticali realizzati nel punto precedente. Tirate quindi i capi verso di voi e fissateli con un nodo piano.

 

 

Sakuranbo - 'La ciliegia'

Ossia i genitali femminili e i nodi che vengono posti in corrispondenza di clitoride, perineo (la parte fra ano e vagina) e ano, sino a formare a volte una vera e propria treccia. E non dimentichiamo il Vc4 di cui si parlava prima…

 
sakuranbo1

• Prendete una corda di otto metri, raddoppiatela e passatela dietro la schiena poco al di sotto della vita. Tenete l’occhiello formato dalla piegatura al di sotto dell’ombelico e infilatevi le estremita appaiate. Tirate quindi nella direzione opposta da quella da cui siete venuti per stringere senza esagerare.

 
sakuranbo2

• Fate un altro passaggio sul retro, piu in basso del precedente, facendo attenzione a non incrociare i capi o sovrapporli ai passaggi precedenti. Tornati sul davanti infilate entrambe le estremita della corda attraverso il secondo occhiello e invertite nuovamente direzione.

 
sakuranbo3

• Passate la corda sotto la "cintura" lasciando un occhiello in cui lasciar cadere i capi appaiati. Stringete bene il nodo che si viene a formare, assicurandovi che i passaggi attorno al bacino non risultino inutilmente scomodi.

 
sakuranbo4

• Sempre lavorando con le corde accoppiate, realizzate uno o piu nodi per stimolare l’area ano-genitale e fate passare la corda in mezzo alle gambe. Naturalmente nulla vieta di non creare alcun nodo, oppure di formare addirittura una treccia.

 
sakuranbo5

• Spostatevi dietro e risalite fra le natiche infilando la corda sotto ai passaggi orizzontali. Scendete quindi nuovamente serrandoli bene con un nuovo avvolgimento che si conclude passando dietro l'elemento verticale. A questo punto potete interrompere la legatura con un nodo semplice, oppure approfittare della corda avanzata per rendere le cose piu interessanti.

 
sakuranbo6

• Riportate la corda sul davanti e infilatela fra le due corde verticali, quindi invertite la direzione tornando dietro la schiena. Tirando leggermente si “aprira” l'elemento anteriore, applicando un'eccitante tensione al tutto.

 
sakuranbo7

• Passate i capi sotto la corda tra le natiche e ripetete il passaggio precedente sull’altro lato, formando un rombo decorativo.

 

• Per fissare il bondage dividete i due capi della corda: uno lasciatelo sotto il passaggio verticale, mentre all’altro fate cambiare direzione facendolo passare prima al di sopra dell'elemento verticale e quindi sotto tutti i passaggi orizzontali. Concludete con un nodo piano.

sakuranbo8-9

 

Karada - 'Il corpo'

Eccoci arrivati alla figura piu caratteristica del kinbaku: il karada, ossia una ragnatela di corda che avvolge il corpo dal collo al bacino formando un elegante disegno a losanghe. Realizzarlo e molto piu semplice di quanto sembri a prima vista, ma richiede tempo e spesso alcuni tentativi prima di trovare le giuste proporzioni. Ecco la tecnica semplificata di base:

karada1

• Usate una corda di 10-12 m. Raddoppiatela e fate un nodo a circa 8 cm dalla piegatura, formando un occhiello. Mettetevi di fronte al soggetto in piedi e appoggiate un capo della corda su ciascuna spalla, in modo che il nodo sia dietro la nuca e l'occhiello penzoli fra le scapole.

• Riunite i due capi e fate un nodo all'altezza del punto piu alto dello sterno, appena sotto al collo. Facendo attenzione a mantenere sempre bene appaiati i capi, fate altri quattro nodi: il primo circa 8 cm sotto il seno, poi a 15 cm di distanza da questo, e gli ultimi due ancora a 15 cm di distanza l'uno dall'altro.

 
karada2

• Lasciate cadere la corda fra le gambe divaricate del sub, segnate il punto che si trova all'altezza del clitoride (o alla base dei testicoli per gli uomini) e da li misurate circa 40 cm verso il basso, quindi fate un nodo (ricordate che queste misure sono indicative, e che procedendo scoprirete probabilmente di dover fare qualche aggiustamento prima di trovare le posizioni adatte al corpo del partner).

• Passate la corda in mezzo alle gambe e fatela risalire lungo la schiena. Infilate le estremita attraverso l'occhiello che cade dal collo e tirate nuovamente verso il basso, senza tendere nulla.

 
karada3

• Fate sollevare le braccia al soggetto, quindi separate i capi della corda e passateli sotto le ascelle, facendoli reincontrare nell'occhiello sotto al nodo anteriore piu alto.

 
karada4-5-6

• Tornate sulla schiena e tendete le corde fino a che il secondo nodo anteriore non sia risalito fra i seni - si e formato il primo rombo. Ripetete l'operazione con i segmenti successivi di corda anteriore (separare, passare avanti, dentro il rombo, tornare indietro, tendere), cercando di fare assumere a ogni rombo la stessa larghezza.

 

• Se avete preso bene le misure iniziali dovreste ritrovarvi con un nodo in corrispondenza del clitoride o dei testicoli. Se desiderate una stimolazione piu intensa a livello genitale, arrivati al terzo punto fate tre o quattro nodi, che andranno a premere sull'intera area fra le gambe.

 
karada7

• Per fissare definitivamente il karada tendete (questa volta con forza) l'ultima parte della corda in mezzo alle gambe, sulla schiena, e annodate i capi appaiati sul passaggio orizzontale piu basso che incontrate.

La funzione del karada e principalmente di "base" su cui sviluppare bondage piu complessi. Di solito non viene stretto con particolare forza, perche sono gli strati successivi che vi si uniscono a mettere in tensione la rete iniziale.

 

 

Realisticamente parlando, perfezionare queste figure di base richiede parecchie decine di tentativi ed esperimenti. Da li in avanti entra poi in gioco la ricerca, attraverso lo studio di fotografie e illustrazioni oppure di testi specialistici come quelli indicati nella sezione Risorse del mio sito <ayzad.com>. E come sempre la fantasia - che come dimostra la sezione qui sotto a volte e davvero indispensabile.





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